La spasticità, la bestia nera di una lesione cerebrale, la causa maggiore di disabilità e di complicanze secondarie.
Metà parte del corpo a volte inesistente, a volte rigida, bloccata e quasi impossibile da utilizzare se non per effettuare movimenti grossolani.
Un disturbo che cambia radicalmente la vita delle persone colpite e che limita fortemente la qualità della vita.
Cos’è la spasticità?
La spasticità fu descritta per la prima volta nel 1980 da Lance come “un disordine motorio caratterizzato da un aumento del tono muscolare con un anomalo riflesso tendineo, derivante da una ipereccitabilità del riflesso da stiramento come manifestazione della lesione del Motoneurone Superiore”.
Questa definizione descrive la spasticità solo durante il movimento passivo, ma non prende in considerazione le caratteristiche della spasticità durante i movimenti attivi.
Nel 1994, Young aggiunse altre caratteristiche a questa definizione e la definì come un “un disordine motorio caratterizzato da un aumento del riflesso di stiramento dipendente dalla velocità, a causa di un alterato processo afferenziale”.
Oggi tuttavia non c’è ancora un consenso generale sulla definizione di spasticità, infatti questo riflette la complessità di questo fenomeno.
Dopo un ictus cerebrale che colpisce l’area motoria si può avere la comparsa di una serie di sintomi e disturbi motori; la sindrome del primo motoneurone, infatti, può provocare l’insorgenza di segni positivi o negativi.
Nei segni positivi troviamo:
Nei segni negativi ci sono:
La spasticità è comunemente presente dopo un ictus, colpisce circa il 30% dei pazienti ed insorge abitualmente nei primi giorni o nelle prime settimane.
Nell’arto superiore il pattern spastico più frequente si manifesta con una rotazione interna e adduzione della spalla combinata con la flessione del gomito, del polso e delle dita.
Nell’arto inferiore la spasticità comporta un’adduzione dell’anca, estensione del ginocchio ed equino varismo del piede.
La spasticità causa dolore, anchilosi, retrazione tendinea e debolezza muscolare limitando fortemente la buona riuscita della riabilitazione.